Canone RAI fuori dalla bolletta della energia elettrica, ora si parla del 2023

Un primo passo per riportare il canone RAI fuori dalla bolletta luce potrebbe essere un ordine del giorno al Decreto Energia, approvato mercoledì 13 aprile, presentato dalla deputata Maria Laura Paxia. Con l’OdG della deputata del gruppo Misto si chiedeva di dare seguito alle richieste fatte all’Italia dall’Unione Europea per quanto riguarda i cosiddetti “oneri impropri” all’interno delle bollette energia.

Oneri impropri della bolletta luce: quali sono?

Tra questi oneri impropri, cioè importi economici caricati nelle bollette dell’energia elettrica che poco avrebbero a che fare con la fornitura di energia elettrica, ci sarebbe proprio il canone RAI, inserito nella fatturazione mensile nel 2016 dal governo Renzi per combattere la storica evasione di quella che è spesso additata come “la tassa più odiata” dagli italiani. A dire il vero, tra gli oneri impropri c’è chi indica anche gli oneri di sistema, oggi azzerati dai primi provvedimenti del governo contro il caro energia nel novembre 2021, o la tassazione IVA su tutto ciò che non è strettamente “materia energia elettrica”.

Con oneri impropri si dovrebbe indicare, quindi, tutto ciò che non è il costo dell’energia elettrica e la gestione dell’utenza, o solo le tasse generali riguardanti in qualche modo l’uso dell’energia?

Canone TV in bolletta, una lunga storia

In Italia, l’idea di inserire nella fatturazione bimestrale o mensile dell’energia elettrica il canone TV, diventa racconto comune con la crisi economica greca del 2012. Da quell’anno, infatti, il governo ellenico vara una norma che inserisce nelle bollette luce una serie di tasse che si riteneva “difficile far pagare” ai contribuenti, cercando così di portare allo scoperto l’elusione della tassazione ordinaria. Tra queste tasse c’è appunto quella del canone TV.

L’idea sembra funzionare, nonostante la tremenda pressione economica sui cittadini greci, e nel 2016 il governo Renzi decide di fare il passo impopolare, inserendo la tassa sull’apparecchio televisivo nelle bollette luce a partire dal 2017. Fissata attualmente a 90 euro all’anno, il canone RAI pesa sulle tasche degli italiani per dieci rate da 9 euro al mese, o 5 rate da 18 euro per chi ha una fatturazione luce bimestrale come molti utenti del Servizio Elettrico Nazionale.

L’ordine del giorno proposto dalla deputata Paxia del gruppo Misto secondo molte testate giornalistiche potrebbe aver dato il via libera all’eliminazione della norma perché il governo, tramite la rappresentante in aula Vannia Gava, sottosegretaria per la Transizione ecologica, avrebbe inizialmente accolto come raccomandazione l’appunto della deputata, ma integrandolo in seguito con riformulazione e senza dunque dovendolo mettere ai voti, prevedendo quindi di «adottare misure normative dirette a scorporare dal 2023 il canone Rai».

Canone RAI fuori dalla bolletta luce nel 2023: davvero?

Secondo il sindacato USIGRAI togliere il canone dalla bolletta significherebbe mettere a rischio la certezza sulle entrate per la tv pubblica, che al 2020 hanno superato 1,72 miliardi di euro, nonostante dal 2013 l’importo del canone sia sceso appunto a soli 90 euro annuali. Già in un comunicato pubblicato sul sito della Federazione Nazionale della Stampa nel novembre 2021, il sindacato RAI chiedeva al governo di trovare soluzioni concrete a combattere l’evasione nel caso si fosse deciso di portare il canone RAI fuori dalla bolletta della energia elettrica nel 2023.

«Serve individuare con urgenza» dichiarava il segretario dell’Usigrai Daniele Macheda «nuovi criteri e metodi per la riscossione del canone e per evitare che torni ad essere tra le imposte più evase. L’ad Fuortes ha lanciato in commissione di Vigilanza un allarme sui rischi derivanti da una totale assenza di certezza sulle risorse. Al momento la risposta di governo e Parlamento è stata il silenzio. Così si mette a rischio il perimetro aziendale, e quindi anche i posti di lavoro».

Inoltre, proprio nell’audizione dell’ad Fuortes in commissione di Vigilanza, si ribadisce come sia «aumentato il numero dei paganti dai 15 milioni ai 21-22 milioni» grazie all’imposizione del canone RAI in bolletta e che «il tasso di evasione è sceso dal 27 per cento al 5 per cento, e attualmente è intorno al 3 per cento».

Secondo il giornale economico IlSole 24Ore però, fonti dell’esecutivo metterebbero in evidenza come l’accoglienza dell’intervento della deputata Paxia fosse «solo» un ordine del giorno e quindi di un «indirizzo politico» non vincolante per il governo. Inoltre, sottolinea il quotidiano, poiché tanti utenti dell’energia elettrica possono già essere esonerati dal pagamento del canone tv e i canone sia una voce riconoscibile e separata all’interno della bolletta, la posizione raggiunta dal Governo sarebbe quella di non considerare il canone Rai un “onere improprio”, e lasciare quindi la tassa per sostenere l’azienda pubblica anche oltre il 2023.