Il “cane a sei zampe” di Enrico Mattei non è più nero e non sputa più fuoco. Ora, il famoso simbolo dell’Eni sorride, guarda il sole sopra di sé e, neanche a dirlo, ha una sfumatura verde. È il simbolo di Plenitude, la nuova controllata Eni nata per portare nel futuro l’azienda simbolo del boom economico italiano ma anche delle energie fossili.
Cos’è Plenitude
La nuova azienda nata in casa Eni ha quindi, come punto di interesse principale, la produzione di energia “decarbonizzata”, l’implementazione della rete di ricarica per i mezzi elettrici e, naturalmente, l’aumento dei clienti a cui vendere questi prodotti. Un altro obiettivo, sottolinea ad di Plenitude Stefano Goberti, è rendere la nuova azienda indipendente economicamente dalla casa madre. Eni rimarrà comunque azionista di maggioranza, proponendo Plenitude sul mercato azionario entro il 2022 con una quota del 20-30%.
Lo scopo dell’azienda, commenta Claudio Descalzi ad Eni, è “il primo passo nella creazione di un soggetto industriale e finanziario volto a ridurre le emissioni di CO2 Scope 3, e si inquadra nel nostro più ampio impegno volto a creare valore attraverso la transizione energetica”. Plenitude è un avamposto per la decarbonizzazione di Eni, parte di un piano strategico fondamentale, continua Descalzi, per riuscire a intaccare lo Scope 3 dell’azienda e fornire realmente ai consumatori un’energia già decarbonizzata. “Io penso che la responsabilità di decarbonizzare i prodotti sia in capo a chi li produce”.
La competenza sviluppata in Eni nel campo solare ed eolico in questi ultimi 7 anni è la forza della nuova azienda, secondo Descalzi, e sarà proprio questa competenza tecnologica il punto vincente del progetto.
Il piano di sviluppo di Plenitude
Già tempo fa riportavamo la notizia di scorpori e altri movimenti aziendali in Eni, ma stavolta il piano generale sembra chiaro e con scopi e scadenze precise già per i prossimi anni.
L’80% della spesa complessiva nel periodo 2022-2025 sarà destinato alla crescita nella produzione di energia rinnovabile (solare, eolico), con un piano di investimento di circa 1,8 miliardi nel triennio indicato. Il primo target per le rinnovabili è quello di oltre 6GW di capacità installata entro il 2025 seguendo una serie di progetti già identificati, per raggiungere i 15GW di capacità installata entro il 2030.

Lo scopo finale è naturalmente quello di fornire energia decarbonizzata al 100% entro il 2040 a tutti i clienti, sia contrattualizzati (energia elettrica e gas naturale) sia a coloro che utilizzeranno i punti di ricarica per la mobilità elettrica. E proprio sulla mobilità elettrica si sviluppa l’altro ramo importante della nova azienda, che punta a moltiplicare i 6500 punti di ricarica Eni installati attualmente sino a 31 mila nuovi punti di ricarica in tutta Europa entro il 2030.
I clienti attuali di Eni sono circa 10 milioni, e saranno base importante dell’autonomia di cassa per lo sviluppo della nuova azienda. Per un obiettivo importante dell’azienda sarà quello di portare i clienti di Plenitude a circa 11 milioni e mezzo entro il 2025 e superare i 15 milioni di clienti retail entro il 2030. La fornitura di energia decarbonizzata al 100% sarà fatta quindi di energia elettrica da fonti rinnovabili e gas naturale a zero emissioni nette.
Un passo necessario
Alla presentazione di Plenitude son state utilizzate spesso espressioni come “passo necessario” per parlare della scelta aziendale di Eni. Il processo di decarbonizzazione dell’azienda è individuato non solo fondamentale per questioni ambientali, ma anche per sopravvivere sul mercato.
Con la crescita del costo dell’energia legato alla dipendenza dalle importazioni di idrocarburi e dalla tassazione delle emissioni, senza contare la richiesta dei consumatori per un’energia più sostenibile, un’azienda come Eni legata storicamente a petrolio e gas avrebbe un futuro molto difficile davanti a sé.
Con Plenitude l’azienda cerca di fare un balzo in avanti per occupare sempre più spazi nel mercato italiano senza perdere di vista la storia dell’azienda, fatta prima che da idrocarburi da capacità di rischio e ricerca dell’innovazione.