L’aumento del costo dell’energia in autunno è ormai un dato certo e si intravedono anche in Italia le prime idee per arrivare a primavera. L’ultimo rialzo del prezzo del gas naturale sulla borsa di Amsterdam, avvenuto il 25 agosto con la quota di 321,40 €/MWh, ha allarmato non poso i mercati mondiali e i paesi europei, stressati da un rialzo dei costi dell’energia ormai lungo più di un anno.
Costo del gas, nuovo aumento dell’indice Ttf
Il TTF (acronimo di Title Transfer Facility) è un mercato di riferimento per lo scambio del gas naturale in Europa con sede ad Amsterdam. Punto di interscambio tra gli importanti giacimenti del gas del Nord Europa (Scozia e Norvegia) e i più popolosi paesi del continente (tra cui l’Italia), nell’ultimo anno questa borsa d’interscambio ha raggiunto la notorietà proprio per via della pessima notizia che ciclicamente segnalava l’aumento del costo dell’energia, come lo scorso autunno.
Il primo mese del 2021, dopo quasi un anno di pandemia e di corsa alle materie prime in tutto il mondo, il prezzo del gas naturale nell’indice Ttf era di circa 17 centesimi per SMC (Standard Metro Cubo). A circa un anno di distanza, gennaio 2022, il prezzo era ormai 10 volte tanto, poco più di 1,20 €/SMC. L’attacco all’Ucraina non era ancora partito, nonostante le tensioni aumentassero non c’erano state sanzioni occidentali contro l’importo di idrocarburi dalla Russia, eppure il clima era decisamente diventato insostenibile. Il 25 agosto 2022 la nuova tegola, con un picco del prezzo del metano sulla borsa di Amsterdam a 321,40 €/MWh.
La siccità aggrava la crisi energetica internazionale
Dopo otto mesi il clima internazionale è decisamente peggiorato, tra guerra economica tra Russia ed Europa, e la siccità che sta mettendo in difficoltà sotto diversi aspetti la produzione energetica in tutto l’emisfero occidentale, dalla Germania alla Cina, con conseguenze sino a poco fa incredibili.
In Germania, il livello del Reno è talmente basso che le chiatte non riescono a portare il carbone alle centrali termoelettriche, alcune delle quali son state spente per mancanza d’acqua per il raffreddamento degli impianti. In Francia la siccità ha portato a chiudere due reattori e a concedere a diverse centrali nucleari di riversare le acque di raffreddamento dei reattori nei fiumi nonostante la temperatura delle acque piuttosto alta. In Cina le secche fluviali hanno portato alla sospensione delle attività industriali in tanti centri importanti, portando nuova incertezza nel comparto industriale, e portando al razionamento dell’energia elettrica come ormai si propongono di fare tutti i paesi europei.
Il piano energetico per l’inverno italiano
Al momento quasi tutti i paesi colpiti dalla crisi energetica stanno elaborando dei piani per sopravvivere all’inverno. Dal Giappone alla Germania c’è un generale ripensamento sullo stop al nucleare pensato nel 2011, quando l’incidente di Fukushima porto ad aumentare i dubbi sulla sicurezza del nucleare. In Italia, già da un mese l’Autorità per l’energia (ARERA) ha annunciato che il prezzo del gas per il mercato tutelato dal 1° ottobre verrà stabilito in base all’indice PSV, considerato meno manipolabile e sicuro.
L’idea generale per l’inverno è quella del razionamento e diminuire i consumi per utilizzare meno energia, abbassando la temperatura dei termosifoni, spegnendo l’illuminazione pubblica, chiudendo i negozi prima. Confindustria chiede un tetto al prezzo del gas e dell’energia, mentre ormai sul mercato libero sono pochissimi i fornitori di luce e gas che offrono tariffe a prezzo fisso. Visitando il Portale Offerte dell’ARERA, infatti, è possibile vedere come tante compagnie di vendita dell’energia offrano solo offerte indicizzate, cioè con il prezzo base dell’energia che segue quello del mercato all’ingrosso.
Tuttavia, non c’è ancora un piano ben definito su cosa si farà da settembre sino alla prossima primavera, complice anche le elezioni di settembre che consegneranno al vincitore un’Italia in bilico e in una tempesta economica di non poco conto.